Mosca si defila dalla guerra in Medio Oriente, c'è un accordo (segreto) con Trump?


La Russia ha messo (blandamente) in guardia Washington, ma non sembra intenzionata a intervenire direttamente nel conflitto a difesa di Teheran. Sullo sfondo vi potrebbe essere il disimpegno americano nella guerra in Ucraina.
La Russia ha messo (blandamente) in guardia Washington, ma non sembra intenzionata a intervenire direttamente nel conflitto a difesa di Teheran. Sullo sfondo vi potrebbe essere il disimpegno americano nella guerra in Ucraina.
MOSCA - La Russia mette «in guardia» Washington da un ingresso diretto nella guerra con l'Iran a sostegno di Israele, avvertendo che questo «destabilizzerebbe radicalmente l'intera situazione».
Un monito che, insieme alla condanna dei giorni scorsi come «categoricamente inaccettabili» dei bombardamenti dello Stato ebraico, segna il punto più alto delle dichiarazioni di Mosca in difesa della alleata Teheran. Ma allo stesso tempo il Cremlino si mostra attento a non irritare l'amministrazione Usa di Donald Trump e a non mettere a repentaglio il fragile dialogo avviato negli ultimi mesi.
Una posizione, quella russa, molto diversa da quella assunta in Siria nel 2015, quando intervenne militarmente a sostegno del regime di Bashar al Assad in piena guerra civile. Al punto che alcuni osservatori si spingono a ipotizzare che il tycoon e Vladimir Putin possano aver concluso un accordo segreto in base al quale il presidente russo abbandonerebbe al suo destino l'Iran, e altrettanto farebbe quello americano con l'Ucraina. Ipotesi che, in assenza di evidenze concrete, hanno il sapore di teorie complottiste.
Ma è un fatto che il vertice del G7 in Canada si sia chiuso senza una dichiarazione congiunta sull'Ucraina, secondo i media a causa dell'opposizione del presidente Usa. E prima di lasciare in anticipo la riunione - cosa che ha fatto saltare un incontro in programma con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky - l'inquilino della Casa Bianca ha messo in chiaro che non intende per il momento adottare nuove sanzioni nei confronti della Russia. «Non dimenticate che le sanzioni ci costano tantissimo, parliamo di miliardi di dollari», ha sottolineato.
Mosca, secondo il New York Times, si starebbe astenendo dal fornire un aiuto concreto a Teheran non solo per non inimicarsi Trump, ma anche per mantenere i buoni rapporti con i partner arabi del Golfo Persico, primi fra tutti Arabia Saudita ed Emirati arabi uniti. Con Riad la Russia continua una stretta cooperazione nell'ambito dell'organizzazione Opec+ dei produttori di petrolio. Gli Emirati, invece, sono stati tra i Paesi che più hanno aiutato Mosca ad attutire il peso delle sanzioni occidentali grazie al meccanismo delle triangolazioni commerciali.
Proprio con il presidente degli Emirati arabi uniti, Mohammed bin Zayed Al Nahyan, Putin ha avuto un colloquio telefonico, durante il quale, ha fatto sapere il Cremlino, i due leader sono tornati a spingere per una «risoluzione del conflitto Iran-Israele il prima possibile, intensificando gli sforzi diplomatici».
Da parte sua Trump, ha detto di avere sentito Putin ancora una volta al telefono «ieri» (dopo un altro colloquio il 14 giugno), ma non si è mostrato molto interessato alle sue offerte di mediazione. «Gli ho detto, fammi un favore, media la tua, mediamo prima sulla Russia», ha riferito The Donald riferendosi al conflitto ucraino.
La Russia non sembra però voler mollare, cercando di mettere a frutto i buoni rapporti con Israele, che nel 2022, attraverso l'allora premier Naftali Bennet, cercò a sua volta di mediare tra la Russia e l'Ucraina una fine del conflitto. Così come sono buone le relazioni personali tra Putin e l'attuale premier Benyamin Netanyahu, che nel 2018 partecipò al suo fianco alle celebrazioni del 9 maggio per l'anniversario della sconfitta del nazifascismo. Il servizio d'intelligence estero di Mosca, ha detto il suo capo, Serghei Naryshkin, continua a mantenere i contatti «con le agenzie di intelligence competenti in Iran e Israele».


