Cerca e trova immobili
CAMERE FEDERALI

Nuove regole per arginare la migrazione secondaria nello spazio Schengen

Approvata la modifica legislativa dagli Stati, ora la palla passa al Nazionale
Deposit Photos
Fonte Ats
Nuove regole per arginare la migrazione secondaria nello spazio Schengen
Approvata la modifica legislativa dagli Stati, ora la palla passa al Nazionale

BERNA - Con 34 voti contro 7, il Consiglio degli Stati ha approvato oggi una modifica legislativa elaborata per recepire il codice frontiere Schengen dell'Unione europea. Quest'ultimo è stato adeguato da Bruxelles per garantire un'applicazione uniforme delle norme alle frontiere esterne e interne. La Svizzera partecipa a questa armonizzazione ed è quindi tenuta ad adeguare il proprio diritto nazionale.

Alla luce dell'esperienza maturata durante la pandemia, il nuovo regolamento precisa e integra le condizioni e le procedure per il ripristino temporaneo dei controlli alle frontiere interne, ha spiegato Heidi Z’graggen (Centro/UR) a nome della commissione. In alternativa ai controlli alle frontiere interne, il testo introduce anche una nuova procedura di trasferimento per arginare la migrazione secondaria all'interno dello spazio Schengen.

La riforma prevede la possibilità per i Paesi Schengen di trasferire più agevolmente verso lo Stato Schengen dal quale provengono gli stranieri privi di permesso di soggiorno. Tale procedura non si applica ai richiedenti asilo e alle persone che beneficiano di una protezione internazionale.

Per poter applicare tali disposizioni in Svizzera, è in particolare necessario modificare la Legge federale sugli stranieri e la loro integrazione (LStrI) e la Legge federale sui sistemi d'informazione di polizia della Confederazione, ha precisato Z’graggen. La ripartizione delle competenze tra Confederazione, Cantoni e l'Ufficio federale della dogana e della sicurezza dei confini (UDSC) rimane invariata.

Da notare che durante il dibattito di entrata in materia l'UDC ha chiesto di respingere la riforma, mettendo in dubbio l'utilità degli accordi di Schengen. Dovevano portare meno immigrazione e più sicurezza, ma le promesse non sono state mantenute, ha sostenuto Pirmin Schwander (UDC/SZ).

Al momento dell'entrata in vigore dell'accordo, nessuno poteva prevedere la crisi migratoria del 2015 e la successiva pandemia di Covid-19, ha replicato il consigliere federale Beat Jans. «E per far fronte alla minaccia terroristica - ha aggiunto il consigliere federale -, il quadro giuridico è stato adeguato».

Indipendentemente dallo sviluppo dell'acquis di Schengen, il Consiglio federale ha chiesto anche un aggiornamento della LStrI che consenta al Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) di accedere al nuovo sistema nazionale di autorizzazione ai viaggi ETIAS. Tale modifica legislativa è stata adottata con 33 voti contro 7.

L'intero dossier passa ora all'esame del Consiglio nazionale.

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
Naviga su tio.ch senza pubblicità Prova TioABO per 7 giorni.
NOTIZIE PIÙ LETTE
OSZAR »