Stephanie Brenta, cittadina luganese di 97 anni.
LUGANO - Ed ecco sono ancora io che vi racconto la vita di una ragazza di allora. Sono qui in cucina e il mio sguardo si posa su una di quelle grandi borse di carta marrone, che dovrebbero rimpiazzare quelle di plastica. Ma dove le ho già viste ? Ecco, ci sono. L'anno scolastico a Sant'Anna è finito, mamma si è ammalata, vado a far la spesa. Scopro in via Pretorio, angolo corso Pestalozzi, un piccolo negozietto lungo e stretto: è nuovo, si chiama Migros. Entro. I prezzi sono bassissimi, ben un terzo di quello che pago dagli altri. C'è frutta e verdura, conserve, coloniali, caffè squisito che puoi macinare sul posto, maionese fresca in vasetti, grandi secchi dorati di marmellata, uova, salsicce, cioccolato, ogni ben di Dio.
Compro per una settimana, per quattro persone e spendo pochissimo. Mi imballano tutto in una grande borsa di carta marrone, ecco perché la me la ricordavo. E la trascino a casa, impaziente di far vedere a mamma quel che ho comprato per così poco. Ancora oggi ringrazio quello splendido benefattore che fu Gottlieb Duttweiler. Lo spirito di quell'uomo nella politica odierna della Migros non ha più posto. Eppure c'è una marea di gente che ne avrebbe bisogno. Più tardi cercherò di raccontarvi un po' della storia di quell'uomo straordinario.
Il piccolo negozio si trovava dove oggi c'è la sede della banca Migros. S'ingrandì e traslocò sull'angolo opposto dove c'è il negozio dell'ottico Michel. Dopo anni lo ritrovo di fronte, sempre in via Pretorio, è diventato un grande magazzino a più piani, col ristorante e posteggio sotterraneo, con tanti articoli in vendita, ma non ha più nulla in comune con la mia Migros di allora.
Estate, bisogna pur vivere, vorrei guadagnare qualcosa, ma come ? Mi viene un'idea. Ho sempre disegnato bene, mi servirà.
In principio a via Soave, di fronte alla farmacia Solari e di fianco alla valigeria Poggioli (che ci sono ancora oggi) c'è un portone con all'interno un cortile circondato da ballatoi, dove nelle botteghe lavoravano artigiani. In quel tempo il cuoio era razionato, scarpe scarsissime, si portavano zoccoli a volte pirografati e colorati.
Si facevano anche grandi piatti di legno, così che i turisti comperavano come souvenir. L'artigiano che li vendeva sotto i portici all'incrocio tra via Soave e via Pessina, si chiamava Rosso. Salgo, ultimo piano. Stanzone basso e scuro con tavoli e panche dove si lavorava. «Cosa vuoi?». Presi il coraggio a due mani. «Vorrei disegnare piatti e zoccoli. Guardi che disegno bene, se vuole le faccio vedere».
«Ma lo sai che devi tracciare il disegno con un pirografo e se spingi mi rovini il legno?». «Mi faccia almeno provare».
Sapevo che ce l'avrei fatta, mi piaceva anche leggere e scrivere. I modelli erano fiori rotondi e grossolani, che venivano poi colorati con lacche di diversi colori, soprattutto giallo e blu e rosso. Presi un piatto, disegnai campanule, margherite, papaveri, foglie e rami.
Vide il disegno pirografato e disse: «Toh, colora». Alla fine mi guardò sorpreso e disse: «Ma sai che sei brava? Vieni quando vuoi, ti do 25 centesimi all'ora». Due ore sono 50 centesimi, quello era cibo e fierezza. Ogni tanto sotto il portone di fronte spiavo il negozio. I miei piatti partivano come niente. E poi con quei soldi, potevo andare a comprare alla Migros e avrei avuto un mucchio di roba.
E ora vorrei parlarvi di quell'uomo generoso con idee geniali, che fu Gottlieb Duttweiler. Nel 1925 compaiono in strada cinque camion sgangherati, che portavano alimentari in posti remoti. Poi, negli anni, questo mezzo di vendita viene offerto con una flotta di 144 enormi camion, veri negozi itineranti che arrivano dappertutto.
Dopo un viaggio in America, trasforma tutti i negozi sparsi in Svizzera in supermercati. La sua merce costa un terzo dei prezzi praticamente praticati dagli altri. Crea un suo giornale, "Die Brücke" (il ponte), e un giornale in Ticino, l'Azione, diretto da Vinicio Salati e poi da Luciana Caglio. È a base di informazioni e di cultura, con una tiratura di 100mila copie. Fonda fabbriche per poter alimentare i suoi negozi, evitando intermediari. Crea l'Hotel Plan per viaggi accessibili, la scuola Migros per l'istruzione, la Migrol, la banca Migros. Crea una cooperativa alla quale alla sua morte, nel 1962 , lascia in eredità la sua grande impresa, un regalo finale per i suoi clienti.
Grazie Duttweiler di essere stato un mio sostegno enorme durante anni difficili. Pochi sanno chi era, io lo voglio ricordare, la sua generosità verso il popolo è stata inestinguibile. L'ho sempre ammirato con stupore per il suo operato, era un grandissimo uomo che utilizzava il suo ingegno per tutti noi. La Migros di oggi non riflette minimamente lo scopo per il quale è stata creata.