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In seguito ai dazi punitivi, il tasso di cambio del dollaro è crollato. Centinaia di clienti si trovano ora in difficoltà finanziarie
ZURIGO - Centinaia di clienti di UBS in Svizzera sono sotto pressione per colpa di alcuni prodotti finanziari rischiosi e, soprattutto, di Donald Trump.
In seguito all'introduzione di dazi punitivi da parte del presidente americano, lo scorso 2 aprile il tasso di cambio del dollaro è crollato. I clienti che hanno nel proprio portafoglio i cosiddetti prodotti "conditional target redemption forward" ne sono particolarmente colpiti. Ora devono effettuare ingenti pagamenti aggiuntivi – fino a nove milioni di dollari in casi estremi. Così riporta la SonntagsZeitung.
Come funziona il prodotto - Si tratta di una sorta di scommessa sul tasso di cambio del dollaro. I clienti si impegnano ad acquistare dollari a intervalli regolari a un tasso predeterminato, anche se nel frattempo il dollaro subisce un forte calo. Questo può comportare l'acquisto di dollari a un prezzo decisamente troppo alto. Nel peggiore dei casi, si rischia di dover effettuare pagamenti aggiuntivi per milioni. I profitti, per contro, sono limitati.
Secondo il giornale, un ipotetico cliente possiede un prodotto di questo tipo con un volume iniziale di 300.000 dollari. Ogni quindici giorni viene controllato se il tasso di cambio del dollaro scende al di sotto di una certa soglia. Se scende sotto gli 84 centesimi, il cliente deve acquistare i 300.000 dollari, indipendentemente dal fatto che il tasso di cambio sia sceso ulteriormente.
Questo può accadere fino a 30 volte. Ciò crea un rischio di margine fino a nove milioni di dollari. Dopo il crollo dei prezzi, gli investitori interessati hanno già dovuto effettuare diversi pagamenti aggiuntivi. In un caso documentato, i pagamenti aggiuntivi sono stati pari a 900.000 dollari e a una perdita di circa 63.000 franchi. In questi casi, UBS richiede ulteriori garanzie.
Particolarmente colpita l'area di San Gallo - Secondo la SonntagsZeitung, i clienti colpiti sono numerosi soprattutto nell'area di San Gallo. All'interno di UBS si parla di "cluster", ossia di un notevole accumulo di casi. Ciò indica che alcuni prodotti sono stati venduti in modo particolarmente aggressivo, in alcuni casi a clienti che apparentemente non avevano la necessaria capacità di rischio. Il giornale riporta situazioni in cui prodotti di questo tipo sono stati offerti a persone con un patrimonio di soli 600.000 franchi svizzeri.
Secondo le linee guida interne di UBS, questi prodotti strutturati possono essere venduti solo a persone in grado di sostenere rischi finanziari dell'ordine di grandezza di milioni. Tuttavia, sembra che questo requisito non sia stato sempre rispettato. Sono già in corso discussioni interne su possibili accordi con i clienti interessati.
UBS non commenta - Secondo il rapporto, il manager di UBS August Hatecke avrebbe svolto un ruolo centrale. È accusato di aver promosso attivamente la vendita di questi prodotti. Anche Iqbal Khan, co-responsabile di UBS Asset Management, è oggetto di critiche. Alcuni clienti lo accusano di essere responsabile della strategia di vendita aggressiva.
C'è un ulteriore rischio per gli investitori che hanno sottoscritto prodotti simili relativi ai metalli preziosi. La politica erratica degli Stati Uniti avrebbe portato a forti movimenti di mercato dell'oro e, di conseguenza, a richieste di margini notevoli.
La stessa UBS, al momento, non vuole commentare ufficialmente gli eventi. Resta da vedere sei clienti saranno risarciti.
