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«Lavorare meno, in un bell'ambiente e pagati bene»

Il trend: a dettare le regole saranno sempre più i dipendenti. Lo dice uno studio di Swissstaffing. L'esperta: «Flessibilità priorità».
Depositphotos/ SWISSSTAFFING
«Lavorare meno, in un bell'ambiente e pagati bene»
Il trend: a dettare le regole saranno sempre più i dipendenti. Lo dice uno studio di Swissstaffing. L'esperta: «Flessibilità priorità».

LUGANO - Vogliono lavorare meno, in un bell'ambiente ed essere pagati bene. È questo, secondo il nuovo "White Paper" realizzato da Swissstaffing, associazione mantello dei prestatori di personale, il trend che si sta sempre più diffondendo tra i lavoratori svizzeri. Il sondaggio è stato condotto coinvolgendo 509 aziende elvetiche e oltre 1.200 dipendenti. E solleva diverse curiosità e contraddizioni. Ad esempio sulla cosiddetta Generazione Z. «Non chiamatela generazione di lazzaroni», specifica Ariane Baer, responsabile di progetto Economia & Politica di Swissstaffing.

Eppure è così che da alcuni viene etichettata.
«I risultati del nostro studio non confermano questo luogo comune. Ad esempio, l'equilibrio tra lavoro e vita privata non è più importante per la Generazione Z rispetto ad altri gruppi di età. D'altra parte, la Generazione Z dà priorità a cose diverse: attribuisce particolare valore alla stabilità e alla sicurezza finanziaria».

I giovani vogliono lavorare meno ed essere pagati tanto. Un'esigenza paradossale?
«No. Si tratta di esigenze comprensibili in un mondo plasmato dalle crisi economiche e dalla rapida digitalizzazione. Allo stesso tempo, la Generazione Z è consapevole del proprio valore di mercato, vista la carenza di manodopera qualificata. E chiede di conseguenza una retribuzione interessante».

Dal vostro studio emerge che l'ambiente di lavoro ha un peso enorme. Che ne pensa?
«Lo studio mostra che il 68% dei dipendenti in Svizzera indica un buon ambiente di lavoro come il criterio più importante per la scelta di un posto. Prima ancora dello stipendio (63%). Un ambiente di lavoro sano è la base della motivazione e della fedeltà nei confronti del datore di lavoro».

Ecco. E allora perché si continuano a sentire notizie su ambienti di lavoro malsani ed esasperanti?
«Perché le priorità dei collaboratori e delle aziende spesso divergono. Solo circa la metà dei datori di lavoro (53%) considera un buon ambiente di lavoro e una buona retribuzione (44%) come punti di forza della propria azienda. Al contrario, si pone l'accento sull'attribuire più responsabilità ai dipendenti».

Questo discorso è direttamente connesso ai costi della sanità. Troppe persone vanno in burnout.
«Il burnout non è più un fenomeno eccezionale. I nostri studi dimostrano che le assenze di lunga durata nelle aziende sono dovute principalmente a malattie psichiche».

Dunque?
«Il burnout è principalmente un problema sistemico e non un fallimento dei singoli. Le cause possono essere ricondotte alle aspettative irrealistiche, a un'atmosfera di lavoro poco accogliente, alla mancanza di autonomia o a un comportamento manageriale inadeguato».

Ma c'è una via di uscita? 
«La soluzione sta in una cultura aziendale preventiva. Flessibilità, fiducia, comunicazione chiara e compiti significativi sono fattori protettivi. Investire in un buon clima lavorativo non solo è vantaggioso per la salute, ma ha anche senso dal punto di vista economico, in quanto riduce il turnover del personale e i costi di malattia».

Il discorso salariale è comunque importante visto il costo della vita che aumenta. Lei percepisce la fatica di gente che non riesce più a pagare le bollette?
«La questione salariale è e rimane centrale, soprattutto alla luce dell'aumento del costo della vita. Molte persone sentono la pressione finanziaria nella loro vita quotidiana. Per vari motivi: affitto, cassa malati, costi energetici o altro. Le aziende che non pagano salari competitivi rischiano di perdere collaboratori o di avere difficoltà ad attrarre talenti, soprattutto giovani. Al giorno d'oggi, una retribuzione competitiva è un prerequisito per riuscire a trattenere la manodopera qualificata».

Lei ha parlato di flessibilità. Non si capisce mai davvero se è importante oppure no.
«Per il 47% dei dipendenti, la flessibilità in termini di orario o luogo è ormai indispensabile. È comprensibile che ciò generi incertezze per i datori di lavoro. In tal senso possono essere utili accordi vincolanti sugli obiettivi, regole chiare e promozione della responsabilità. Se organizzata correttamente, la flessibilità rafforza il rapporto di fiducia tra l'azienda e i suoi collaboratori, e quindi anche un buon clima di lavoro».

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COMMENTI
 

massimo82 3 sett fa su tio
Tendenza oltre Gottardo più che consolidata: non detta più le regole il datore di lavoro, bensì il dipendente. Realtà in Ticino ancora ampiamente sconosciuta!

Meck1970 3 sett fa su tio
Risposta a massimo82
Le aziende fissano degli obiettivi e sta poi al lavoratore raggiungerli. Alcune aziende possono permetterselo, mentre molte altre no. Di certo, lo stipendio a fine mese non viene regalato.

Peter Parker 3 sett fa su tio
«Lavorare meno, in un bell'ambiente e pagati bene»…. ma tu pensa…. E ci voleva un sondaggio??

nisicom 3 sett fa su tio
Propongo doppia paga e presenza facoltativa o assenza totale dal lavoro.

Draghetto29 3 sett fa su tio
Bello vedere che si arriva a voler capire solo se la massa viene interpellata . Intanto tra dirigenti e politici , hanno distrutto tante persone che non possono più nascondere sotto il tappeto tutte queste belle cose che sono state e sono all’ordine del giorno. Chissà perché però , chi è già stato distrutto , come il sottoscritto , non può nemmeno ricominciare . Ho affrontato cause 2 volte, con avvocati , ho vinto le cause legali 2 volte , e nella seconda anche davanti al procuratore pubblico , però , mi sono ritrovato con debiti fini a 76’000.- chf , per avvocati , e non ho potuto nemmeno fare la mia denuncia perché non potevo pagare un avvocato per esser risarcito indietro , visto come funziona il nostro sistema . Burn out , vita distrutta , terapie , ho fatto tutta la trafila , per anni … adesso sto come sto , e non ho assolutamente voglia di ricominciare a lottare perché perdo la calma in zero secondi . Intanto uno dei miei ex datori , dopo anni è stato messo anche in carcere per aver truffato , ma visto che aveva amici in politica , si è fatto “solo” alcuni anni , e pesava alcuni milioni , parte di quelli rubati chiaramente . Mentre la gente senza risorse importanti viene semplicemente cancellata e assolutamente non aiutata . Ma messa in disparte . Mi fa sorridere vedere queste ovvietà, elencate da questi “intellettualoidi” inutili , che vedono solo quando i numeri e le statistiche finalmente li mettono al muro , per una falsa moda di prestare attenzione . Quando invece è solo perché non sanno più come nascondere i fatti reali . Ma il numero di persone distrutte è enorme . Io mi sono arreso … e diventa anche l’arrendersi una colpa . Chi ha più voglia di lottare se perdi anche quando ti danno ragione . Poi si renderanno conto che andare avanti a tassare alzare i prezzi alla gente comune (che sia ceto medio , medio alto o a basso reddito non porta a nulla ) perché la metà di tutto il denaro è in mano o nascosto nei conti offshore dei ricchi , e mancherà sempre denaro , anche questo perché i politici e i ricchi vanno a braccetto tra favori sproporzionati e corruzione ormai istituzionale , visto che fanno parte dei vari CDA , direttamente o con famigliari, e quindi dirigono la società sapendo di non essere imparziali e con conflitti di interesse troppo grandi per fare veramente il bene del popolo . I giovani fanno bene a lamentarsi , ma non perché sono fannulloni , ma perché hanno visto la brava gente come i loro genitori , che anche se facevano tutto bene e tutto giusto , li vedevano solo star male , non avere mai tempo per loro, lottare per nulla , arrivare alla pensione minima e al minimo problema di salute o meno tutto veniva sottratto . Ma che credono questi bravi commentatori di dati , che abbiamo bisogno delle loro belle conclusioni per sapere che le cose son così e ancora peggio? Quando vedi che andare in pensione è più in casa anziani , non lascia nulla agli eredi ? Malgrado una vita di lavoro? Ma pensano che non sappiamo davvero che tutto è calcolato ? Nel paese dove i numeri e i soldi son contabilizzati da decenni ? Ma non vedono che tutto è calcolato in anticipo ? Perché bisogna lasciare ai ricchi e ricchisssimi tutta la mela sbucciata , mentre la buccia la lasciano alla massa ? Poi vengono a dirci che la Svizzera usa il metodo del “on coupe la pome en deux” , senza però specificare che il succo è la polpa la tengono sempre i ricchi e i politici , mentre la buccia soltanto , resta alla gente normale . Ma per favore . La gente sta zitta e manda giù , paga finché il denaro gira bene e riescono a fare il meglio che si può , ma questo non vuol dire che sia tutto buono . Keller sutter e company , con quel disastro di cassis , e jans , non ci dicono quanto andremo a perdere entrando in Europa , ma a loro non frega nulla , perché fanno parte di quei politici che fanno parte dei CDA di qualche grande azienda , pilotati dalle lobby .

littli 3 sett fa su tio
Io me lo sono sogno il bell'ambiente.

CJ 3 sett fa su tio
Naturalmente si parla di lavori da colletto bianco … il 60 % dei lavori non sono quelli presi in esame da questo studio … comunque tranquilli generazione z… verrete pagati meno e lavorerete meno …… perché la stra gran maggioranza dei lavori d’ufficio sarà fatta dal IA …. Gli unici che si salveranno saranno chi lavora nel pubblico …
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