Dibattito fiume su un Consuntivo che non fa (per nulla) l'unanimità

PLR e il Centro lo sostengono con riserve, mentre la Lega si smarca e decide di astenersi. Bocciature (ovvie) da parte di PS e UDC che hanno firmato due rapporti di minoranza. Ora si discute Dipartimento per Dipartimento.
BELLINZONA - In un'aula di Gran Consiglio rovente - l'arrocco in salsa leghista ha alzato sin da subito le temperature di quest'ultima sessione parlamentare prima delle vacanze estive - trova spazio anche l'approvazione del Consuntivo 2024 sui conti del Canton Ticino.
Dei conti che - ricordiamo - si erano chiusi meno peggio del preventivato - 71,8 milioni di perdita a bilancio contro i 130 previsti - con il Consiglio di Stato che però predicava «prudenza» per una situazione finanziaria che resta «difficile e fragile», prevedendo «ulteriori misure di rientro finanziario in quanto il disequilibrio attuale non è sostenibile».
Una tesi, questa, sposata (con qualche riserva) dal rapporto di maggioranza (relatore Fiorenzo Dadò) e che invece non piace a PS e Verdi (da una parte) e UDC (dall'altra) che hanno messo la firma su due rapporti di minoranza (totalmente agli antipodi).
Per la Sinistra (relatore Ivo Durisch) il Consuntivo 2024 va respinto poiché fotografa una situazione finanziaria segnata da «scelte politiche gravi e socialmente inique» che vanno a colpire «chi lavora nel e per il pubblico» ignorando «il bisogno di equità e responsabilità».
Anche per l'UDC il Consuntivo 2024 va rigettato, ma per motivi diametralmente opposti. «Le finanze del nostro Cantone continuano a essere precarie e fuori controllo», si legge nel testo firmato da Roberta Soldati e Tiziano Galeazzi, nel quale si auspicano interventi più rigidi (soprattutto nelle spese statali, come ricordato anche oggi in conferenza stampa) per «tentare di correggere una rotta» che potrebbe portare il Cantone dritto «verso il baratro». Nel testo viene naturalmente ricordato anche il Decreto Morisoli - votato nel 2021 dal Gran Consiglio e accettato dal popolo nel 2022 - che chiede il pareggio del conto economico cantonale entro il 31 dicembre di quest'anno.
Dadò e la stoccata a Gobbi/Zali
Come detto il dibattito è stato da subito infuocato. «È sempre più evidente la fragilità delle finanze cantonali», ha esordito Fiorenzo Dadò. «Anche la gestione del personale, obsoleta, richiederebbe una riflessione con finalità innovative in linea con il periodo storico in cui ci troviamo. C'è tuttavia chi si diverte a dividere la già difficile concordanza che appare ormai sull'orlo del baratro».
Non ha tardato ad arrivare, attesa, chiara e affilata, la frecciatina all'arrocco. «Non è certo scambiandosi le seggiole di velluto ormai consunto negli ultimi anni prima delle elezioni che si risolvono i problemi che affliggono il Ticino e che si recupera terreno su progetti mai realizzati. Ancor più se questi cambiamenti non vengono accompagnati da un programma politico su come si intendano cambiare le politiche in questi uffici. Ancor meno si può trovare consenso se non si capisce cosa significhi la responsabilità di un cambio dipartimentale».
La tassazione proporzionata alla ricchezza
Parte dall'antica Roma e dalla riforma di Servio Tullio il discorso di Ivo Durisch: «Nel sesto secolo avanti Cristo troviamo una delle prime forme storiche di tassazione proporzionale alla ricchezza. Riforma che suddivideva i cittadini in classi attribuendo maggiori doveri fiscali e militari a chi possedeva di più. Un esempio antico ma significativo dell'idea che il contributo comune debba essere proporzionato alle risorse individuali. Un principio alla base del concetto moderno di fiscalità progressiva e che si sta indebolendo sempre più, anche in Ticino».
Durisch individua nelle imposte «l'unico strumento in mano allo Stato per agire in favore del bene comune.Oggi troppo spesso connotate come un furto legalizzato». «Lo Stato - secondo il socialista - ha l'obbligo di operare una distribuzione secondaria delle risorse e questo può avvenire solo attraverso una fiscalità sufficientemente progressiva e politiche che riequilibrino i divari economici e sociali».
Non è mancata una critica all'uso della fiscalità, invece che «come strumento di giustizia e coesione sociale», come «attrattore per investimenti e imprese, attuando sistematici sgravi alle persone giuridiche e redditi elevati. Un errore capitale che ha svuotato le casse dello Stato» in un paese che invecchia, che è costituito sempre più da persone fragili e sole e che dunque necessitano di aiuti mirati. Da qui la scelta di non sostenere il consuntivo 2024: «Il modo in cui si è scelto di affrontare il disavanzo è iniquo e politicamente miope».
«I soldi sperperati non rientreranno, servono misure concrete»
Roberta Soldati è sintetica nello spiegare la scelta di non approvare il consuntivo: «Il dibattito che ci aspetta lascia il tempo che trova. I soldi dei cittadini sperperati non rientreranno certo nelle casse cantonali. Le finanze del nostro cantone continuano a essere precarie». Qindi punta il dito contro l'eccessiva burocratizzazione e la necessità di operare misure reali tese al contenimento della spesa e a «una crescita economica oltre che a una visione futura del nostro cantone a medio-lungo termine».
«Aderiamo al rapporto di maggioranza con riserve»
Il capogruppo del PLR Matteo Quadranti ha invece esordito parlando di crisi. A tutti i livelli. «Siamo in crisi, internazionale, nazionale, cantonale. Siamo in crisi di sistema, di economia e di capacità di affrontare scelte difficili». Entro il 2027, secondo Quadranti, bisognerà scegliere come agire. «I quesiti di fondo - spiega - sono cosa possiamo permetterci di fare ancora, cosa possiamo fare meglio spendendo meno, dove vogliamo investire e innovare e cosa dobbiamo lasciare andare senza spendere ciò che non possiamo chiedere ai cittadini e alle aziende».
Il PLR «non gioisce» dei dati, benché ci sia stato un miglioramento rispetto al preventivo, e punta il dito sui Contributi a enti pubblici e terzi. «Questa voce - precisa - non può non può più essere lasciata indisturbata a crescere. Oggi essa assorbe il 47% dei mezzi dello Stato ed è aumentata di ben 10 punti percentuali in tre anni». Per il PLR bisogna tornare a definire quali siano «le vere esigenze» del cittadino. Infine, Quadranti conferma «l'adesione del gruppo» al rapporto di maggioranza sul Consuntivo «pur con delle riserve».
La Lega si astiene
Il capogruppo della Lega Boris Bignasca inizia elencando i risparmi Dipartimento per Dipartimento. «Contenere le spese è possibile», precisa. «Basta che ci sia la volontà politica a farlo». Tuttavia, la Lega vuole sottolineare alcuni problemi di fondo. «La macchina statale è diventata troppo grande e dispendiosa. Il problema è sistemico». Bignasca poi attacca i giorni medi di malattia (dodici) e i mandati esterni (quattromila). Per questi motivi il gruppo leghista ha deciso di non sostenere alcun rapporto e di astenersi.
«L'equilibrio contabile non è una vittoria se poggia sulla solitudine, sull'ansia, sull'abbandono
Per Fabrizio Sirica (PS) il principale problema del nostro Cantone sono i salari che sono troppo bassi e non hanno seguito l'andamento dell'inflazione, riducendo il potere d'acquisto. «La maggior parte della popolazione - sottolinea - ha la percezione di continuare a camminare in salita». Per Sirica il ceto medio si sta impoverendo sempre di più e chi è già in difficoltà lo è sempre di più. «Il problema è strutturale», sottolinea Sirica, per questo il PS boccerà «con severità» questo consuntivo. «Perché tutti i partiti a maggioranza vorrebbero ridurre le spese, ma questo non è possibile visto le tendenze della società.
L'equilibrio contabile non è un successo se poggia sulla solitudine, sull'ansia, sull'abbandono. È un'illusione di stabilità che ignora le crepe più profonde del nostro tessuto sociale». Sirica ribadisce che il PS non vuole uno Stato assistenzialista. «Se i salari bastassero a vivere e non a sopravvivere non chiederemmo tutti questi aiuti. Ma finché le cose staranno così noi ci batteremo».
«I nostri debiti verranno pagati dalla prossima generazione»
Sergio Morisoli sottolinea come l'UDC respingerà per l'ennesima volta il consuntivo. «Mi appresto a bocciare il quattordicesimo consuntivo di fila», precisa il capogruppo. «La spesa è inarrestabile ma è anche inefficiente e inefficace. Il Governo non attua nessun taglio e il risultato è una spesa che cresce vertiginosamente. Le casse cantonali - ricorda però Morisoli - non sono vuote, come cercano di far passare alcuni, ma si spende troppo e male».
Morisoli parla poi dei debiti che negli anni sono cresciuti a dismisura. «Quando nacqui nel lontanissimo 1964 - esemplifica - sulla mia testa pesava un debito di 220 milioni, mentre chi nasce oggi ha un debito di 2 miliardi e 805 milioni. E verranno pagati dalla prossima generazione».
«Il Ticino parte con un handicap enorme»
Per Marco Noi (I Verdi) le spese ticinesi non sono così esagerate se confrontate ad altri cantoni. Secondo Noi, poi, non vanno osservate solo spese ma anche le entrate. «Qui è come se ci legassimo insieme le gambe e poi provassimo a correre. Partiamo con un handicap iniziale enorme. Noi con quello che riceviamo dalla Confederazione copriamo circa il 25%. La stragrande maggioranza degli altri cantoni copre il 35%-40%». Lo svantaggio competitivo per il Ticino - secondo Noi - è quindi enorme. «Se c'è una cosa che possiamo rimproverare al Consiglio di Stato come Verdi è proprio questa passività. Vorremmo un Governo come quello che si è presentato qui durante il periodo del Covid». «Dobbiamo finire di autoflagellarci», conclude Noi.
«Bisogna affidarsi a un ufficio esterno»
Amalia Mirante (Avanti) ricorda che «non basta spendere più soldi per stare meglio. Bisogna spendere ogni centesimo con efficienza e parsimonia» e il Cantone «da anni non lo sta facendo». Per Mirante non basta quindi dire «è andata meglio del previsto» perché il quadro resta quello di finanze pubbliche «fragili e sbilanciate». E in futuro non andrà meglio. Da tempo Avanti con Ticino e Lavoro - ricorda Mirante - propone di affidarsi a un ufficio esterno. «Nessuno si taglia il ramo su cui è seduto. Ci vuole coraggio a uscire dalle vecchie abitudini e a riorientare veramente la spesa pubblica».
Roberto Ostinelli (Helvethica) ha puntato soprattutto sui metodi di relazionarsi e di comunicare. «Il rapporto di maggioranza è firmato senza riserve da sole quattro persone», sottolinea. «La questione è che non siamo più capaci di relazionarci. Dobbiamo cambiare veramente le possibilità di comunicazione sia all'interno del parlamento sia con il Governo». Tamara Merlo (Più Donne) ha invece utilizzato il consuntivo per ricordare che la parità di genere è ancora una chimera. «Nel 2025 stiamo ancora chiedendo che siano applicate le leggi», sottolinea la deputata.
Massimiliano Ay (PC) ha invece appoggiato il rapporto di minoranza firmato da Durisch sostenendo che «l’impostazione politica di fondo del consuntivo è miope e socialmente regressiva». Anche l'MPS Giuseppe "Pino" Sergi non sosterrà il consuntivo. Per l'MPS, infatti, il debito pubblico viene utilizzato un po' come «scusa», dimenticando che il «nostro mondo capitalista viva sul debito». Per l'MPS bisogna soprattutto aumentare le entrate. «Noi siamo il partito delle imposte. Vogliamo che siano aumentate per le grandi aziende che fanno grandi utili, sui grandi patrimoni e sui redditi alti». Per l'MPS ci vuole quindi una ridistribuzione della ricchezza nel Cantone. Massimo Mobiglia (Verdi Liberali) ha sottolineato che «il consuntivo ha a grandi linee rispettato le richieste del preventivo» e per questo verrà sostenuto.
«Qualcosa di buono è stato fatto, ma la preoccupazione resta alta»
Dopo gli interventi dei capigruppo, è stato il turno di Christian Vitta che ha sostituito il presidente del Governo Norman Gobbi. «I 70 milioni di Consuntivo - precisa il direttore del DFE - sono inferiori al primo preventivo sbarcato in questo parlamento e al secondo che è poi stato accettato. Quindi significa che qualcosa di buono è stato fatto».
Vitta vuole infatti sottolineare che il consuntivo è stato migliore del preventivo e agli obiettivi affidati al Consiglio di Stato. «La situazione - precisa Vitta - permane ovviamente fragile. Ma abbiamo avuto chiusure molto peggiori negli ultimi anni. Solo 12 anni fa il capitale proprio negativo di questo cantone raggiungeva il mezzo miliardo di franchi. Questi sono dati che vanno ricordati. È chiaro che la preoccupazione per il futuro resta alta. Perché abbiamo dinanzi a noi diversi fattori che se combinati tra loro ci porteranno a una situazione finanziaria ben più difficile di quella odierna».
Vitta ha poi fatto appello all'unità a tutte le forze politiche: «Un Ticino unito può ottenere qualcosa di più. Siamo chiamati tutti a costruire in un contesto molto difficile. Costruire soluzioni che permettano di andare avanti». Vitta ha poi ricordato l'importanza di avere istituzioni credibili. «Questo richiede - sottolinea - delle soluzioni e delle convergenze che permettano di sviluppare un bene comune. E per costruire dobbiamo ripartire da soluzioni condivise. Si spende troppo? Troppo poco? Dobbiamo spendere il giusto. E questo equilibrio deve essere trovato da questo parlamento».
Dipartimento per Dipartimento
Dopo le prese di posizione "generali", il Parlamento si è chinato sulla Cancelleria e sui singoli Dipartimenti. Il rendiconto per la Cancelleria è stata approvato con 32 voti favorevoli, 8 contrari e 25 astenuti. Samantha Bourgoin (Verdi) vista l'assenza del Consigliere di Stato Norman Gobbi ha poi richiesto - con una mozione d'ordine - di posticipare la discussione sul Dipartimento delle Istituzioni (DI). Visto l'accettazione della richiesta (55 i favorevoli, 10 gli astenuti), si è quindi passati al Dipartimento della Sanità e della Socialità (DSS).
In merito Raffaele De Rosa nel suo discorso ha ricordato «l'impegno totale, con varie misure, per i premi di cassa malati» e come il suo Dipartimento sostenga varie iniziative anche private di interesse pubblico, come strutture mediche e case anziani e sia impegnato «a soddisfare i bisogni sempre crescenti e sempre più complesso in ambiti diversi, come i giovani, la conciliabilità lavoro-famiglia, i sussidi, l'invecchiamento della popolazione». Ha sottolineato la lotta alla sovramedicalizzazione e come «la povertà viene dimezzata grazie alle politiche sociali».
Il Consuntivo del suo Dipartimento è stato approvato con 37 voti favorevoli, 9 contrari e 26 astenuti.