E intanto nomina come nuovo capo di Stato Maggiore Andrei Mordvichev, noto per avere dichiarato che l'Ucraina «è solo una tappa intermedia». La Nato: «Seguiamo da vicino».
KIEV/MOSCA - Mentre si cerca di capire se i deboli venti di pace che sembrano soffiare sull'Ucraina si rafforzeranno, nelle stanze dei quartieri generali dell'esercito russo il lavoro dei vertici militari non sembra teso a mitigare le sue folate di intenzioni belligeranti.
Ne è la prova la frenetica attività delle forze armate russe lungo il confine con la Finlandia, l'Estonia e la Norvegia, dove Putin - oltre ad avere aumentato il numero dei suoi soldati con l'invio di nuove truppe - ha dato precisi ordini di potenziare le infrastrutture militari e di riattare vecchi edifici in disuso. Una spinta all'edilizia militare non casuale.
I soldati russi costruiscono magazzini per blindati e hangar per i jet da guerra - Dalle inedite immagini satellitari registrate da una società di settore - la Planet Labs PBC - è possibile infatti osservare che le brigate russe sono impegnate a «costruire magazzini per il deposito di veicoli e rifugi per i jet da combattimento», oltre che a preparare «piste di atterraggio per elicotteri nelle basi aeree di Olenya e Alakurtti nell'Oblast di Murmansk, nella base aerea di Kamenka nella Repubblica di Komi e nella base aerea di Petrozavodsk nella Repubblica di Carelia, a 175 chilometri a est del confine finlandese» scrive - citando il New York Times - l'Institute for the study of war (ISW). A 110 chilometri invece dal confine norvegese, le immagini satellitari hanno mostrato numerosi elicotteri da guerra parcheggiati.
Edificazioni di caserme per ospitare 2.000 soldati - Il boom immobiliare d'armata di fronte ai confini orientali della Nato per ospitare blindati e armamenti oltre a un paio di migliaia di soldati, è stato confermato da funzionari dell'Alleanza atlantica al Wall Street Journal: «La Russia sta espandendo le basi militari e potenziando le linee ferroviarie lungo il confine occidentale» hanno dichiarato.
Mosca: «Solo esercitazioni». L'ISW: «Preparano aggressione a Paesi Nato» - Da Mosca le operazioni in atto vengono sminuite e rubricate alla voce "esercitazioni", cosa a cui non crede lo stesso ISW che si spinge a definirle come dei lavori che preparano il campo all'apertura di un nuovo fronte di guerra e quindi addirittura a «una futura aggressione contro la NATO». Uno scenario che non sottovaluta per niente il guardingo capo di Stato Maggiore della Difesa svedese Michael Claesson, che ha affermato che «stiamo seguendo molto da vicino la situazione».
I funzionari della Difesa finlandese: «I russi impiegheranno 5 anni per diventare minacciosi. Triplicheranno i soldati sul confine» - Un alto funzionario della NATO, parlando proprio con l'istituto specializzato negli studi degli scenari di guerra, ha previsto che «la Russia probabilmente dislocherà le truppe più a nord quando finirà la sua guerra in Ucraina perché ritiene che il suo accesso all'Artico sia fondamentale per il suo status di grande potenza».
Dal ministero della Difesa finlandese si ipotizza che «la Russia impiegherà circa cinque anni per costruire le sue forze a livelli minacciosi dopo la fine della guerra in Ucraina, forse triplicando il numero di forze russe al confine con la Finlandia».
Quanto sta avvenendo lungo i confini russi non viene per niente sottovalutato dai comandi NATO, che hanno dato il via alla costruzione di un nuovo quartiere generale nella Lapponia finlandese, dove dopo l'estate arriverà un contingente militare di vari Paesi dell'Alleanza.
Il nuovo capo di Stato Maggiore russo: «L'Ucraina? Solo una tappa intermedia. Per l'Europa orientale servirà più tempo» - In questo scenario si inserisce la nomina a capo dello Stato maggiore del generale russo salito agli onori delle cronache per avere scritto una delle pagine più nere del conflitto russo-ucraino e cioè la distruzione della città di Mariupol, completamente rasa al suolo, con la famosa strage di civili che si erano rifugiati dentro lo storico teatro cittadino. Lui è Andrei Mordvichev (voluto e insignito con il più alto grado di onorificenza da Putin) che in una famosa intervista alla televisione di Stato russa registrata in una trincea del Donbass, non nascondeva candidamente quale fosse il suo pensiero sulla guerra in corso e nemmeno le sue mire strategiche future.
«L’Ucraina è solo una tappa intermedia - rispondeva a chi gli chiedeva lumi su come stesse andando la guerra - non so quanto durerà. Ma è all’Europa orientale che deve concentrarsi l'attenzione, lì servirà più tempo».
Le inquietanti dichiarazioni, all'epoca, fecero sobbalzare dalla sedia gli alti graduati della NATO. Il sobbalzo si prolungò quando ascoltarono il seguito della risposta: «La Nato? È meno resistente degli ucraini, che hanno una formazione slava, figlia della tradizione sovietica». Uno con le idee molto chiare, che però sembra non impensierire più di tanto colui che ha promesso di porre fine al conflitto, il presidente americano Donald Trump: che anche sui movimenti di truppe russe alle frontiere finlandesi si è detto «non preoccupato». Insomma, l'aria che tira dalle parti dei generali russi e alle frontiere dell'Europa messa più a nord, non sembra arrivare fin oltre oceano.