E alla fine Musk si arrende

WASHINGTON - Un passo indietro. Dai toni si direbbe quasi una resa, quella di Elon Musk, che dopo giorni di accese schermaglie - scambiate via social - contro il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha pubblicato in questi minuti su X un breve post di "scuse".

«Mi pento di alcuni dei post di settimana scorsa sul presidente Donald Trump. Sono andati troppo oltre», ha scritto l'uomo più ricco del mondo, in un insolito atto di contrizione in mondovisione. In particolare, sotto gli occhi del suo mondo. Del suo social network, dove viene seguito da oltre 220 milioni di utenti.

Perché nell'ultima settimana, come si suol dire, erano letteralmente volati gli stracci tra quei due che, dalla notte elettorale fino alle prime settimane dopo l'insediamento alla Casa Bianca, sembravano essere e muoversi come una cosa sola.

Dopo le forti critiche espresse contro la pachidermica legge di bilancio del tycoon - il "Big Beautiful Bill" -, il patron di Tesla si era scagliato contro The Donald sul fronte personale, evocando l'impeachment e suggerendo che il motivo per cui gli incarti relativi al caso Epstein non sono stati resi pubblici è perché in quelle carte compare anche il nome del presidente.

Tra i due si è quindi passati alle minacce dirette, quelle che riguardano i patrimoni. Trump, con il coltello dalla parte del manico, ha avvertito che avrebbe cancellato i contratti del governo federale con SpaceX, con Starlink e chiuso i rubinetti per le sovvenzioni per i veicoli elettrici, assestando un ulteriore schiaffo a Tesla. Dal suo canto, Musk ha replicato minacciando di togliere alla Nasa il supporto fornito da SpaceX.

Alla fine, a valere è stata la forza del tycoon, che ha tirato dritto per la sua strada, dicendosi deluso dall'atteggiamento del suo ex sodale. E si arriva così a oggi. Alle scuse. Alla resa di Musk.