Un 21enne nordafricano è finito contro un semaforo. Qualche mese fa un suo amico 19enne era deceduto con una dinamica molto simile
MILANO - Era a bordo di uno scooter taroccato, con un motore di provenienza sospetta, non aveva la patente e nemmeno il foglio rosa. Fuggendo da un eventuale controllo della Polizia, si è schiantato contro un semaforo, morendo poi in ospedale. La tragedia di un 21enne nato in Libia, con mamma marocchina e padre egiziano, residente a Brembate ma che viveva a Milano, ricorda tanto quella di un altro giovane nordafricano, Ramy Elgami.
La morte di Elgami - In quel caso, nel novembre del 2024, l'allora 19enne aveva trovato la morte con un T-Max finendo contro un palo durante un inseguimento dei carabinieri, scatenando forti reazioni contro le forze dell'ordine, poi scagionate dall'accusa di una presunta condotta errata durante l'inseguimento.
Il video dell'incidente - Un video infatti mostra la dinamica di quanto successo ieri, con lo scooter e la volante che si sono incrociati attorno alle 3.15. Il giovane ha svoltato a sinistra e poi accelerato, destando sospetti negli agenti, che procedevano in direzione opposta, i quali poi hanno deciso di controllare. Il 21enne, che si chiamava Mahmoud Mohamed, temeva di essere controllato, perché in una situazione altamente irregolare. Lo scooter ha fatto tutto da solo e la polizia è arrivata dopo oltre 15 secondi, senza sirena e dispositivi luminosi accesi.
Le mosse della procura - Le indagini sono state coordinate dal pm di turno di Milano, Giorgia Villa, che ha disposto il sequestro dei due mezzi e che potrebbe aprire un fascicolo per omicidio colposo, a carico di ignoti, per disporre l'autopsia del 21enne.
Tensione in ospedale, la Questura nega - Non solo la dinamica è tragicamente simile a quella della morte di Elgami. I due erano amici di infanzia e vicini di casa. Anche in questo caso, è salita la tensione in ospedale, tanto che sul posto sono arrivati i carabinieri. La Questura ha però precisato che al pronto soccorso, diversamente da quanto si era saputo sulle prime, non ci sono stati tafferugli, ma che i parenti e gli amici si sono trovati sul posto per «piangere il loro caro defunto pretendendo di vedere il corpo».