Sempre meno persone credono in Dio

Chiese sempre più vuote in Svizzera, ma nei momenti difficili religione e spiritualità vengono ancora ricercate.
BERNA - La fede è sempre più in crisi. In Svizzera, infatti, sempre meno persone appartengono e praticano una confessione religiosa e rispetto a dieci anni fa luoghi di culto si sono svuotati e sempre meno persone «dichiarano di credere in Dio». Insomma i fedeli latitano sempre di più, anche se «nei momenti difficili della vita o in caso di malattia», la religione e la spiritualità tornano a svolgere un ruolo di rilievo per la maggior parte della popolazione.
Crollo della fede - D'altronde i risultati odierni dell'indagine sulla lingua, la religione e la cultura realizzata dall'Ufficio federale di statistica (UST) non fanno altro che confermare una tendenza ormai nota da tempo. Negli ultimi 50 anni, infatti, la quota di popolazione senza appartenenza religiosa in Svizzera è continuamente cresciuta. «Più un terzo degli svizzeri sopra i 15 anni dichiara di non appartenere ad alcuna comunità religiosa», precisa lo studio dell'UST. I motivi? «Principalmente la mancanza o la perdita di fede e il disaccordo con le prese di posizione della rispettiva comunità religiosa. Quest'ultimo motivo di abbandono è il più diffuso tra le persone che in precedenza erano di fede cattolica».
Pratiche religiose sempre meno diffuse - Sulla scia di questa progressiva secolarizzazione, la quota di popolazione che pratica una religione continua a diminuire. «Mentre nel 2014 poco meno di un terzo della popolazione non aveva mai partecipato a un evento o a una funzione religiosa, nel 2024 ciò valeva per quasi la metà della popolazione».
Sempre meno credenti - Anche la fede in Dio sta perdendo piede tra la popolazione: se nel 2014 il 46% di questa credeva ancora in un unico Dio, nel 2024 tale quota era scesa al 38%. «Si osserva - precisa l'UST - una lasciata soprattutto tra le persone di 65 anni e più mentre la percentuale di credenti tra quelle sotto i 25 anni è rimasta praticamente invariata».
Nella cattiva sorte - La religione resta però importante quando le cose vanno nel verso sbagliato. «Più della metà della popolazione dichiara infatti che la religione o la spiritualità rivestono un ruolo importante nei momenti difficili della vita e in caso di malattia».



