Bisogna unire le forze e sfruttare le sinergie
BERNA - Che si tratti di coleottero giapponese o di moscerino dei piccoli frutti, le misure adottate dalla Svizzera contro i parassiti invasivi delle piante sono state finora in grado di prevenire danni ingenti. Tuttavia, il Controllo federale delle finanze (CDF) consiglia agli attori coinvolti di unire le forze e sfruttare le sinergie.
Nel 2024, la Confederazione ha speso 3,3 milioni di franchi per combattere i parassiti nel settore dell'agricoltura. Nel complesso, i metodi di lotta sono stati efficaci, ha scritto oggi il CDF in un rapporto. Tuttavia, gli attuali emolumenti riscossi per i controlli del passaporto fitosanitario - che devono essere pagati dalle aziende ispezionate - non sono sufficienti a coprire i costi sostenuti dalla Confederazione e, pertanto, la quota a carico delle aziende deve essere aumentata in misura adeguata.
Per l'Ufficio federale dell'agricoltura (UFAG), gli emolumenti per questi controlli non sono né appropriati né ragionevoli, si legge in una sua presa di posizione. La protezione della salute delle piante è di interesse pubblico. Emolumenti per controlli troppo elevati potrebbero inoltre accelerare l'importazione di piante e sementi, aumentando il rischio di introduzione di ulteriori parassiti.
Il CDF vede un potenziale di sinergia nella comunicazione. Sottolinea che al momento le informazioni sono reperibili solo in modo frammentato e che alcune, presenti su internet, non sono sempre aggiornate. Solo con informazioni diffuse e comprensibili si potrebbero attuare le disposizioni e segnalare rapidamente alle autorità gli avvistamenti e le infestazioni.
L'Ufficio federale dell'ambiente (UFAM) sottolinea le diverse responsabilità e i numerosi attori coinvolti, ma vuole esaminare le sinergie e adattare i siti web di conseguenza.
L'UFAG concorda con la raccomandazione di puntare a una regionalizzazione dei servizi fitosanitari cantonali, in quanto ciò consentirebbe di utilizzare meglio le risorse disponibili e di evitare lacune, scrive. Alcuni Cantoni collaborano già, ma la Confederazione non può obbligarli a farlo.