Reportage a bordo del mitico “GoldenPass” dal Lemano alla Jungfrau (terza parte)
GSTAAD - Gstaad non è solo un nome da cartolina, ma un luogo dove storia, natura e charme si intrecciano con sorprendente armonia. Le sue origini risalgono al Medioevo, quando era un semplice villaggio di pastori incastonato nel cuore dell’Oberland bernese. Per secoli, la vita qui ha seguito il ritmo lento delle stagioni, tra alpeggi e tradizioni contadine. Fu solo con l’arrivo della ferrovia, all’inizio del XX secolo, che Gstaad cambiò volto: da villaggio alpino si trasformò in una rinomata località di villeggiatura, capace di attirare aristocratici, artisti e celebrità da ogni parte del mondo.
Eppure, nonostante la fama internazionale, Gstaad ha saputo preservare un’anima autentica e discreta. Passeggiando tra gli chalet in legno con tetti spioventi e balconi fioriti, si percepisce ancora il sapore del tempo passato. I sentieri si snodano tra pascoli verdi, boschi silenziosi e viste alpine mozzafiato, e la vita quotidiana scorre ancora in sintonia con la natura. È proprio in questo equilibrio tra esclusività e semplicità, lusso e radici, che risiede il fascino senza tempo di Gstaad.
La regione offre un’infinità di attività all’aria aperta: dalle piste da sci in inverno, alle escursioni in mountain bike e al golf d’alta quota durante l’estate. Ma oggi voglio raccontarvi un’esperienza diversa, originale e decisamente gustosa: il Fondueland Gstaad.
Cosa c’è di meglio, dopo una camminata in montagna, di una fondue fumante o di una raclette filante? A Gstaad hanno avuto un’idea geniale per unire la tradizione gastronomica svizzera alla bellezza del paesaggio: è nato così Fondueland, un progetto che trasforma un pasto tipico in un’esperienza conviviale, divertente e completamente all’aria aperta.
Il funzionamento è semplice: si prenota online uno zaino-fondue o zaino-raclette, preparato con tutto il necessario – formaggio locale, pane croccante, posate, piatti, fornellino a gas e pentolino. Una volta ritirato, non resta che mettersi in cammino. Lungo i sentieri ci sono otto postazioni panoramiche, immerse nella natura tra colline, pascoli e boschi. Le strutture – chiamate “Caquelons” – sono costruzioni in legno a forma di pentolino da fondue, dove ci si può sedere all’interno e pranzare con una vista a dir poco spettacolare. Per chi preferisce un riparo, o in caso di maltempo, ci sono anche due graziose casette in legno.
Io ho scelto una delle postazioni con vista su Gstaad. Dopo circa 45 minuti di salita su un sentiero panoramico, sono arrivato alla meta: una terrazza naturale affacciata sul villaggio e le sue montagne. Era una splendida giornata di primavera e il paesaggio sembrava uscito da una fotografia. Accendere il fornellino è stato facile, e in pochi minuti il profumo del formaggio ha iniziato a riempire l’aria. La fondue, prodotta naturalmente con ingredienti locali, era semplicemente deliziosa: cremosa, saporita, perfetta per essere gustata all’aperto. Il tutto accompagnato dal silenzio delle montagne, l’aria fresca e la sensazione di essere lontani da tutto. Un’esperienza semplice, ma incredibilmente appagante – da vivere con amici, in famiglia o in coppia. Un momento per rallentare, respirare e assaporare davvero.
Il mio viaggio nell’Oberland bernese prosegue. Dopo questa giornata tra natura e sapori autentici a Gstaad, la prossima tappa ci porterà ancora più in alto… verso la Top of Europe. Restate con me per scoprirlo!
Testo a cura di Riccardo Rossetti
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