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Tra acque e pietra: la mia passeggiata ad Avignone

Un'avventura fluviale tra storia millenaria, città incantevoli e tradizioni culinarie nel cuore della Francia (seconda parte)
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Città dei Papi
Tra acque e pietra: la mia passeggiata ad Avignone

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Un'avventura fluviale tra storia millenaria, città incantevoli e tradizioni culinarie nel cuore della Francia (seconda parte)

AVIGNONE - Tra acque e pietra: la mia passeggiata ad Avignone, regina del Rodano

Durante la mia recente crociera lungo il Rodano, da Lione alla foce, ogni tappa ha offerto scorci e suggestioni indimenticabili. Ma è stato lo sbarco dalla nave da crociera “Excellence Rhône” ad Avignone, con la sua luce dorata e le pietre che raccontano secoli di storia, a imprimersi con particolare forza nella memoria. Decido di trascorrere la giornata immergendomi nella città, senza fretta, lasciandomi guidare dall’istinto e dalla bellezza che sembra sbucare dietro ogni angolo.

Avignone, cinta da imponenti mura medievali, si presenta fin da subito come una città raccolta ma vibrante, sospesa tra il passato pontificio e la vivacità contemporanea. L’atmosfera è unica: si avverte il respiro del Medioevo, ma anche quello di una città che non ha smesso di vivere, di reinventarsi.

Il punto di partenza della mia passeggiata è la celebre Place du Palais, dominata dallo straordinario Palazzo dei Papi. È impossibile non rimanere impressionati dalla mole austera e maestosa di questo edificio, che fu residenza dei papi durante il periodo della cosiddetta “cattività avignonese” (1309-1377). La visita all’interno è d’obbligo: sale enormi, volte gotiche, affreschi trecenteschi e silenzi che parlano. Ogni stanza racconta storie di potere, fede, politica e arte.

Dopo la visita al palazzo, mi lascio attrarre dal fascino del vicino Rocher des Doms, un giardino panoramico situato su una collina rocciosa alle spalle del palazzo. Da qui, la vista sul Rodano è mozzafiato: si domina il fiume che ho percorso nei giorni precedenti e si intravede il celebre Pont Saint-Bénezet, il cosiddetto “ponte di Avignone”, reso immortale dalla canzone popolare “Sur le pont d’Avignon”.

Scendo lentamente fino al ponte, che oggi è solo parzialmente conservato: ne restano quattro arcate delle ventidue originali. La sua storia è curiosa e affascinante, legata alla leggenda del giovane Bénezet, che avrebbe ricevuto da Dio l’ordine di costruire il ponte.

Dopo la visita al ponte, mi inoltro nella città vecchia, un dedalo di vicoli medievali, piazze assolate e cortili segreti. Camminare ad Avignone è come sfogliare le pagine di un libro illustrato: ogni svolta svela qualcosa di inatteso, sia esso un portale scolpito, un balcone fiorito o un campanile nascosto.

Mi soffermo nella Place de l’Horloge, cuore pulsante della città, animata da caffè e ristoranti, dove il tempo sembra rallentare. Alzo lo sguardo verso il carillon dell’antico municipio, poi proseguo verso la Rue des Teinturiers, una delle strade più pittoresche, costeggiata da un canale e da antichi mulini ad acqua. Qui un tempo operavano i tintori, e ancora oggi si percepisce l’atmosfera artigiana e operosa.

Avignone è anche città di cultura. Oltre ai monumenti papali, ospita numerosi musei, come il Musée du Petit Palais, che custodisce una collezione straordinaria di pittura italiana del Medioevo e del Rinascimento. Non mancano le chiese: tra queste, la Cattedrale di Notre-Dame des Doms, accanto al palazzo, con la sua statua dorata della Vergine che domina l’intera città.
La giornata prosegue con lentezza e meraviglia. Avignone invita a perdersi, ad assaporare ogni dettaglio. Entro in una piccola libreria, poi mi fermo a bere qualcosa in un caffè ombreggiato, dove la brezza del Rodano arriva a carezzare il volto. Gli abitanti sono accoglienti, e nei loro racconti si intrecciano orgoglio locale e spirito mediterraneo.

Anche fuori dai mesi del celebre Festival di Avignone – uno dei più importanti eventi teatrali d’Europa – la città conserva un’energia particolare. Si avverte l’amore per le arti, il gusto per la scena, la consapevolezza di abitare un luogo unico. Eppure, tutto questo non soffoca il quotidiano, ma lo arricchisce.

La sera si avvicina, e risalgo lentamente verso il punto d’imbarco della “Excellence Rhône”. Da lontano, il profilo del palazzo si staglia contro il cielo rosato. La crociera riprenderà presto il suo corso verso sud, ma porto con me l’impressione di aver fatto una vera e propria immersione nel cuore della storia e dell’arte.

Avignone non è solo una tappa lungo il Rodano. È un incontro con il tempo, un dialogo tra pietra e fiume, tra potere e poesia. Passeggiarvi significa scoprire quanto può essere profonda l’anima di una città, quando la si attraversa a piedi, lasciandosi sorprendere. Un’esperienza che consiglio a chiunque abbia voglia di rallentare e ascoltare.

Il precedente articolo di questo reportage è stato pubblicato il 6 maggio 2025.

Il mio viaggio sulla rotta lungo il Rodano, verso la sua foce, non termina qui! La prossima vi porterò in una città dominata da una torre davvero speciale. Seguitemi!

Testo a cura di Claudio Rossetti


Questo articolo è stato realizzato da Progetti Rossetti, non fa parte del contenuto redazionale.
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